Cambiare l’etica capitalista Dalle tragedie ci sarà sempre chi lucra, fino a quando le logiche capitaliste domineranno il mondo, e la gente dovrebbe averlo capito. Ecco perché mi meraviglio di questo sdegno, che dovrebbe valere tutti i giorni. Si specula sulla salute, creando medicine che non curano, ma attenuano gli effetti e danno dipendenza, dagli psicofarmaci ai tranquillanti (anche un lassativo procura dipendenza), e così invece di curare le malattie si curano gli interessi dei gruppi farmaceutici internazionali, con la complicità e il comparaggio dei medici di base, opportunamente foraggiati. E voi credete che gli industriali farmaceutici ignorino quegli studi scientifici che dimostrano che vi è uno stretto rapporto tra il massiccio uso di pillole fin da bambini e il ricorso in età adulta a sostanze stupefacenti, con le conseguenti tragedie? Le logiche del profitto capitalista, così coincidenti e presenti dappertutto (Cina compresa), non sono la somma di singole responsabilità, sono un sistema criminale che sta portando il mondo al collasso. Oggi invece ogni nazione deve perseguire l’obiettivo di una economia sostenibile, che si fonda principalmente sulla autosufficienza energetica con le rinnovabili (eolico, fotovoltaico, geotermico) e sulla autosufficienza alimentare ristrutturando l’agricoltura per i consumi interni, e, soprattutto per il terzo mondo, cercando con una politica sociale e fiscale di limitare le bocche da sfamare per avere un rapporto sostenibile tra risorse del territorio e numero di abitanti Il capitalismo e le religioni, alleati di ferro, sono nemici irriducibili di questa necessaria svolta, e lo sono in coerenza con la loro storia, che ha prodotto solo guerre, ingiustizie, cinismo, distruzione ambientale. La nuova opposizione antagonista, che deve nascere, è quella che mette ambiente e sostenibilità al primo posto, insieme alla autosufficienza alimentare ed energetica e sostiene che ogni nazione deve pensare a se stessa, che nessuno esporti il proprio modello sociale o religioso, che siano aboliti gli eserciti offensivi, e che queste cose diventino nuova cultura e nuovi orizzonti politici e sociali. Paolo De Gregorio 15/02/2010
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