2011: il richiamo delle foreste
Festival della Scienza Genova 2011
di Enzo Parisi
Foreste: Etimologia
Foresta da forestiero, fuori
Bosco da bosk, tedesco
Tipologia
igrofile (clima umido: foreste tropicali umide)
mesofile (temperatura/umidità intermedie: foreste submediterranee e temperate);
xerofile (clima asciutto: foresta mediterranea, foreste africane a palme ed acacia
Foreste primarie e secondarie
Per foresta primaria si intende una foresta intatta, le cui funzioni vitali e il cui ecosistema sussiste allo stato originario. Questa foresta non è stata toccata da attività umane. La foresta primaria è una foresta matura e solitamente ospita il massimo grado di biodiversità.
La foresta secondaria è una foresta disturbata, per cause naturali e non. Può trattarsi di una foresta che ha subito diverse ondate di taglio, o dopo un ciclo di agricoltura basata sul "taglia e brucia" (slash and burn).
Foresta o bosco ?
Il bosco è costituito da una superficie di terreno coperto da vegetazione arborea, prevalentemente ad alto fusto. Secondo la legislazione ambientale italiana un bosco è definito tale se occupa un territorio di almeno
La foresta (250 definizioni) è definita come una superficie di terreno incolto, non controllato dall’uomo in cui la vegetazione cresce spontaneamente ed è costituita da piante erbacee, cespugli ed in particolare da alberi ad alto fusto.
Le sue dimensioni devono essere di almeno
La foresta non è solo alberi
Humus, Insetti, Funghi, Microrganismi, Piante del sottobosco, Lombrichi, Legno morto, Uccelli, Licheni, muschi, Fitta rete di relazioni vitali
2011 anno delle foreste
I pericoli che le foreste del pianeta corrono, correlati alla importanza che le foreste hanno per la vita sulla Terra, hanno indotto l’ONU nel
Sotto lo slogan "Foreste: Natura al vostro servizio”
I “SERVIZI” DELLE FORESTE
Le foreste e l'aria
La foresta è un enorme macchina che depura costantemente l'aria.
La vegetazione di una foresta pluviale assorbe tonnellate di biossido di carbonio e attraverso la fotosintesi rilascia volumi di ossigeno.
Ogni albero produce in media 20-
All'opposto, la distruzione delle foreste, specie se attraverso incendi (per ripulire il terreno), brucia ossigeno e rilascia carbonio in atmosfera.
I “servizi” delle foreste
Le foreste e l'acqua
L'umidità emanata dalle foreste, produce le nuvole, crea e mantiene dei micro-climi in grado di trattenere l'umidità.
In questo modo le foreste prevengono la desertificazione, generano piogge, forniscono l'acqua dolce.
Prevenzione dissesto idrogeologico
Le foreste proteggono il suolo, prevenendo smottamenti, frane, alluvioni, valanghe, soprattutto nelle aree montuose e nei pendii.
Le radici degli alberi delle foreste e la vegetazione aiutano ad ancorare il suolo, e l'umidità mantiene l'humus compatto. Quando gli alberi sono tagliati non c'è più nulla che protegga il suolo ed la terra viene continuamente lavata via con la pioggia e l'humus disperso dal vento.
Prevenzione della Desertificazione
Le cause che maggiormente contribuiscono al processo di desertificazione comprendono, le attività di deforestazione, eccessivo utilizzo del terreno per il pascolo, cattive pratiche di irrigazione
La desertificazione interessa particolarmente le zone dell'Africa confinanti con il Sahara che si espande, i deserti in Arabia e in medio oriente, la parte occidentale dell'America del Nord e di quella del Sud. Anche il deserto australiano è in espansione. Italia ….
Mantenimento Biodiversità
Le foreste ospitano circa i due terzi delle specie viventi animali e vegetali terrestri
Ogni giorno scompaiono tra le 50 e le 150 specie viventi, proprio a causa della perdita del loro habitat.
Secondo l'IUCN sono ormai quasi 45.000 le specie da considerarsi minacciate.
I nostri parenti più stretti: scimpanzè, gorilla, e orangutang sono destinati ad estinguersi entro i prossimi decenni, se continuiamo a distruggere le foreste che li ospitano.
Mantenimento Popolazione nativa
Le foreste assicurano la sopravvivenza a 1,6 miliardi di persone che le abitano
60 milioni di indigeni sono completamente dipendenti dalle foreste per la sopravvivenza.
Indigeni come risorsa culturale
Il legname
Da ardere
Da costruzione
Per mobili
Da artigianato
Elenco di alberi medicamentosi
Abies alba
Laurus nobilis
Fraxinus ornus
Taxus baccata
Cupressus sempervirens
Tilia cordata
Aesculus ippocastanum
Sambucus nigra
Crataegus oxyacantha
Eucalyptus globulus
Gingko biloba
Persea americana
Malaleuca alternifolia
Pilocarpus pennatifolium
Mallotus japonicus
Camptotheca acuminata
Cocculus laurifolius
Chincona officinalis
La riduzione di CO2
La concentrazione di CO2 in atmosfera si attesta oggi sulle 390 parti per milione (contro le 388 ppm dello stesso periodo dello scorso anno) .
Gli scienziati sostengono che bisognerebbe tornare a una concentrazione di 350 ppm per evitare disastri.
Gli scienziati affermano che il tetto superato il quale è altissimo il rischio che il conseguente aumento delle temperature porti ad autentiche catastrofi climatiche è di 450 ppm.
Emissioni Gas serra Fonte ONU
CO2 : ruolo delle foreste
Gli ecosistemi terrestri e gli oceani hanno sequestrato circa il 57% di tutta l'anidride carbonica emessa dalle attività umane durante il periodo 1958 -
Le foreste assorbono circa il 30% delle emissioni di gas serra.
La deforestazione è responsabile di circa un quinto delle emissioni globali di gas serra.
LE MINACCE
Le foreste sono un bene di tutti, ma vengono minacciate da pochi. Certo, hanno i loro interessi, ma ogni guadagno fatto devastando la foresta non è che un decimo o un centesimo dei danni causati. Danni che prima o poi dovremo pagare
Deforestazione
La deforestazione è responsabile di circa un quinto delle emissioni globali di gas serra.
La protezione delle foreste è una misure cruciale per contrastare il cambiamento climatico riducendo le emissioni di carbonio, in gran parte dovute alla deforestazione, oltre che per preservare la biodiversità, il suolo dall'erosione e le riserve di acqua dolce.
L'industria del legno
Spesso l'industria del legno è il pioniere della distruzione, aprendo la strada agli altri fattori.
Sito greenpeace http://www.greenpeace.it/guidalegno/scheda_legno.php
Le grandi piantagioni
Monocoltura della soia o della palma da olio.
Una volta abbattuti tutti gli alberi, soprattutto nelle foreste pluviali, la terra non più protetta dalle fronde degli alberi si secca e l'humus viene dilavato dalle piogge tropicali. E così foreste immense diventano deserti improduttivi.
Agenti biotici
Cinipide del castagno. Cinipidi è una categoria di insetti degli imenotteri (formiche, api, vespe) con proprietà galligene. Dryocosmus kuriphilus, il cinipide cinese del castagno è comparso a Cuneo nel 2002. Solo femmine di
Piogge acide
In cima alla lista tra i fattori maggiormente responsabili del degrado delle aree boschive ci sono le 'piogge acide', precipitazioni atmosferiche inquinate dagli ossidi di azoto che derivano dalla combustione dei motori a scoppio e dalle attività industriali.
Ozono atmosferico
Soprattutto in presenza di pulviscolo atmosferico, nelle calde giornate d'estate, provoca notevoli danni alle strutture vegetali“
La vitalità delle piante presenti in questi ecosistemi è fortemente ridotta.
Tra le piante più sensibili alle alte concentrazioni di ozono, c'è proprio il faggio l'albero più diffuso in Italia.
Incendi 2011
Rispetto allo stesso periodo del 2010 si è registrato un aumento del 66% degli incendi e anche della superficie percorsa dalle fiamme
Dal 1° gennaio al 10 agosto 2011, secondo il Corpo forestale dello Stato, sono già divampati 3.008 incendi boschivi
Le regioni del sud e le isole sono il tallone d’Achille, l’80% della superficie incendiata in tutta Italia.
FORESTE NEL MONDO
Estensione delle foreste
All’inizio del XX secolo, l’estensione mondiale delle foreste era stimata in 5 miliardi di ettari. Ora questa area si è ridotta a meno di 4 miliardi, divisi uniformemente tra foreste tropicali e subtropicali nei paesi in via di sviluppo e foreste temperate e boreali nei paesi industrializzati.
A partire dal 1990, le nazioni in via di sviluppo hanno perso circa 13 milioni di ettari di superficie forestale ogni anno.
Nel frattempo, il mondo industrializzato ha recuperato circa 5,6 milioni di ettari di foresta all’anno, provenienti principalmente da terreni abbandonati che tornano spontaneamente al loro stato naturale e dalla diffusione della piantumazione di alberi a fini commerciali (riforestazione e afforestazione).
Pertanto, la perdita netta annuale di superficie forestale in tutto il mondo supera i 7 milioni di ettari ogni anno =
Solo il 40% delle foreste ancora esistenti nel mondo possono essere classificate come foreste vergini. Si tratta, secondo la definizione del WRI di “sistemi forestali, ampi, intatti, relativamente indisturbati e sufficientemente estesi da mantenere tutta la loro biodiversità compresa la popolazione delle differenti specie selvagge originarie, capaci di automantenersi e associate a ogni ecosistema”.
Zone di abbattimento
L’abbattimento delle foreste, avviene al 94,1% nelle aree tropicali del Brasile, del Congo e dell’Indonesia per opera di un business che gravita intorno all’abbattimento, alle coltivazioni industriali e all’industria del legname.
In alcuni casi, sono le stesse popolazioni a ricorrere al taglio incontrollato degli alberi per utilizzarne il legno come combustibile. Succede in Paesi dell’Africa e dell’America Latina
ITALIA
Il 22,7 % del territorio italiano, pari a 6,8 milioni di ha, è coperto da boschi. Questa superficie, a partire dalla fine degli anni ’40, è in graduale e continua crescita.
Tale dinamica è dovuta non solo ad interventi di rimboschimento, ma anche, in misura probabilmente crescente, alla ricolonizzazione naturale di terreni agricoli abbandonati.
L'Italia può contare su un patrimonio di 12 miliardi di alberi, cioé 200 piante a testa, distribuiti su una superficie complessiva di 10,5 milioni di ettari.
Il più diffuso è il faggio, con oltre un miliardo di esemplari, tipici degli Appennini. Liguria e Trentino sono le regioni con il tasso di boscosità più elevato (60% del territorio), mentre
TIPI FORESTALI IN LIGURIA
Leccete – diffuso in zona costiera
Sugherete – Deiva Marina. Cinque terre, entroterra di Albenga (2%)
Pinete di pino marittimo (Chiavari, 5 terre)
Pinete di pino d’Aleppo (imperiese, spezzino)
Querceti di Rovere (quercus petrea), Farnia (quercus robur) e Roverella (quercus pubescens) diffusi (10%)
Cerrete (spezzino)
Castagneti (diffuso 30%)
Faggete (tutto l’entroterra a quote elevate 10%)
Abetine di abete bianco (alpi liguri e val d’Aveto)
Lariceti (Alpi liguri)
Portare la foresta nella città è la nuova sfida dell’ecologia più avanzata, Vegetecture, l’architettura che usa le piante come elemento attivo e diffuso, oltre il verde pensile, per arrivare ad un high green effettivo che mira a risolvere i problemi dell’inquinamento e del risparmio energetico nelle città contemporanee.
LE 10 AZIONI CHE POSSIAMO FARE PROPRIO NOI INDIVIDUALMENTE PER SALVARE LE FORESTE
1 conoscere per capire
Le specie dei nostri boschi
La varietà (orto botanico)
http://www.forestryimages.org/
2 difendere gli alberi dall’attacco della speculazione
alberi in città: non salva le foreste ma crea sensibilità, consapevolezza, vivibilità.
3. Certificazione
E' necessario che la carta che scegliamo non provenga da foreste: il marchio da ricercare è "carta riciclata ecologica" oppure almeno "FSC" o "PEFC". L'unica garanzia è questo simbolo sull'etichetta:
Le certificazione FSC (Forest Stewardship (amministrazione) Council) e PECF (Program Endorsement (approvazione)Certification Forest) sono il sistema d’ispezione condotto in foreste o piantagioni forestali per valutare come queste sono gestite rispetto ai criteri di protezione ambientale stabiliti dall’omonima organizzazione non governativa e no-profit.
4. Usare il legno, usare il bosco
Paradossalmente, è proprio il legno grezzo il materiale più ecologico ed efficiente per costruire. Rigorosamente locale, da coltivazioni controllate ed ecosostenibili, a gestione responsabile.
Sembra un paradosso ma uomo e bosco sono coevoluti. La raccolta del legno, le fascine fa bene al bosco. Ingegneria naturalistica
5. Non utilizzare i beni di consumo che sono prodotti attraverso la deforestazione
Hamburger da allevamento da deforestazione
Gamberetti congelati da abbattimento delle foreste di mangrovie
Attenzione alle biomasse. Stufe a pellets
Carta e imballaggi. Raccolta differenziata
Olio da palmisto. Elaeis guineensis piantata in Indonesia distruggendo le foreste vergini
6. Sostenere progetti di conservazione
Ministeri, donatori, agenzie delle Nazioni Unite, ONG – lavorano a questi temi. Esempi:
Fern (Forests and the European Union Resource Network)
Greenpeace.
WWF Più di 300 progetti di conservazione dedicati alle foreste sono portati avanti annualmente in 65 Paesi del mondo.
7. Più turismo nelle foreste
All'inizio c'erano solo i "safari fotografici". Oggi, l'ecoturismo è la nuova frontiera. Viaggi pieni e solidali, nel rispetto del luogo e più a contatto con le popolazioni locali. Le quali cominciano a capire, così, quanto è importante preservare intatti il loro territorio la loro cultura!
8. Piantare un albero – Riforestazione e afforestazione
Piantando un albero, anche solo un semino, ognuno partecipa alla lotta contro l'erosione del suolo, la siccità, l'inquinamento atmosferico, l'effetto serra causato dalle emissioni di CO2.
Festa dell’albero.
9 Pressing sulla politica
Più soldi per la gestione del bosco
Più occupazione
Il ruolo del privato
Albero vagabondo
10 conoscere il bosco emotivamente
Solo se coinvolgiamo la parte istintiva, affettiva,non razionale, avremo cura delle cose
Per arrivarci un piccolo percorso in 3 mosse
Vedere il bosco come un unico essere vivente. Le piante del bosco sono tutte interconnesse. Il bosco non è una somma di alberi. Un bosco o foresta naturale è un sistema equilibrato di vita. E’ il più ricco di vita, vegetale e animale, e il più vario. La varietà è alla base della vita. Se capiamo questo miracolo è il primo passo.
Provare, standoci, quanto ci fa bene. Non solo piante da cui ricavare farmaci. Ma stare nella natura e nel bosco in particolare fa bene al corpo e allo spirito. Aria pulita, esercizio fisico, silenzio, ombra, beatitudine e riposo per gli occhi, serenità mentale, profumi. E’ il viatico per una buona salute. E’ il reincanto.
Adesso siamo pronti a farne parte. Ora possiamo ritrovare, con l’intuizione, con l’empatia, il profondo legame che ci unisce alla natura di cui pochi sono consapevoli. Il bosco, da cui veniamo, stimola la nostra spiritualità e ci aiuta a farci sentire in armonia con tutti gli esseri viventi.
Richiamo delle foreste
Un urlo di aiuto
Un richiamo all’ordine
Una sollecitazione a tornare a casa
Un invito a tornare a scuola
Tante lezione di vita.
Il sistema foresta si mantiene a tempo indeterminato senza variazioni apparenti, e ha la capacità di autocorreggersi ed autoripararsi.
Il bosco si mantiene in modo autonomo, e funziona a energia solare
Non può accumulare continuamente energia, altrimenti non sarebbe in condizione stazionaria.
Quando abbiamo distrutto una foresta, non illudiamoci che si possa rimediare con la “riforestazione”, anche se è meglio di niente: nessuna “piantagione” di alberi potrà mai costituire una foresta. Se ferisco il pianeta …..
Una grande maestra
"Ciò che io so della Scienza divina e delle Sacre Scritture l'ho imparato nei boschi e nei campi. I miei maestri sono stati i faggi e le querce, non ne ho avuti altri.
Tu imparerai più nei boschi che nei libri. Alberi e pietre ti insegneranno più di quanto tu possa acquisire dalla bocca di un maestro."
San Bernardo