Attuare il bioregionalismo... con la poesia e con le storie che la terra racconta...
di Jacqueline Fassero
Membro fondatore della Rete Bioregionale Italiana
Difendere
Ogni storia bioregionale che noi raccontiamo emette quella forza che la pervade nella volontà di rispettare tutto ciò che è ancora vivo. Le nostre esperienze personali vissute concordano sull'importanza di mantenere o salvare territori che hanno perso col tempo la loro identità perché, nessuno li cura più.
Alcuni fra i bioregionalisti sono dei ri-abitatori che hanno cambiato stile di vita per ritornare ai ritmi naturali del lavoro della terra. Per loro è fondamentale descrivere un percorso lungo e laborioso che li ha portati, dopo anni e tante fatiche, a raccogliere i frutti, a far prosperare gli orti e pascolare gli animali che animano i prati. E' ritornato il linguaggio della selvaticità, il richiamo profondo delle radici che ci collegano attraverso i mondi sotterranei e cosmici. Siamo nel bel mezzo, con i piedi per terra, visibili e invisibili, immobili e mobili, nella rete senza inizio e senza fine, immersi in una danza rivolta alla Terra. Difenderla è il grido di tutti noi viventi, piante, rocce e animali.
I paesaggi del nord, del centro e del sud sono fatti di montagne che ti guardano con l'occhio amorevole della madre, di frutteti che sembrano divertirsi giorni e notti, di cieli silenziosi e profondi, di animali che guizzano tra le erbe, e dei nostri passi lenti per andare al lavoro. Sprizza gioia da tutte le parti, una leggera ebbrezza dovuta ai profumi dei fiori, della terra, delle erbe, dei dolci e del pane. La poesia si è fatta arma per difendere
Quelli che vivono nelle città, integrandosi nella consapevolezza dell'ecologia profonda, dimostrano quanto lo spazio del selvatico non abbia confini, esso si diffonde ovunque si crei uno spiraglio di vita, attecchisce e cresce in forme e luoghi impensabili, e chi li sa riconoscere si trova a parlare lo stesso linguaggio di chi vive sulle colline. Pertanto non ci sono segni di rottura tra un pensiero venuto dalla terra selvatica e un pensiero venuto dalla città. Al contrario, la consapevolezza bioregionale, nella molteplicità dei luoghi, crea come per magia la diversità e l'unicità nella partecipazione.
Ogni luogo della terra, ogni esperienza di vita si rivelano sacri, il centro di un mondo, il luogo in cui si vive, è caratterizzato da una fisionomia e una cultura propria, con i suoi significati, e nel contempo questo luogo è in comunicazione con un altro luogo, un altro centro caratterizzato da innumerevoli altre risorse.
Riconoscendo l'esistenza delle diverse realtà delle nostre quotidianità siamo in grado di coglierne la ricchezza e l'unicità, conservandone la memoria quale eredità culturale. Possiamo in tal modo cogliere l'anima del luogo dove abitiamo, ove mente e corpo si fondono in un atto profondo d'amore e di gratitudine verso questa terra che ci ha donato la vita, la quale racchiude le leggi cosmiche. Difenderla implica tutto questo, nella piena consapevolezza che esiste un'altra realtà molto insidiosa, quella della perdita delle identità, della distruzione delle culture con i loro paesaggi uniformi, prossimi ai deserti. E' proprio per cercare di trasformare questa visione (dominante in questa società consumista) che ogni nostra esperienza assume il ruolo di "attrattore strano" dando un contributo ad un pensiero dinamico, creativo e costruttivo.