UTILITA’ DELLE RELIGIONI
Poniamoci la domanda: perché abbiamo le nostre idee in generale e in particolare sulla vita e sul significato dell’esistenza?
Il riferimento primario per la risposta è che il nostro modo di pensare è tutt’uno col corpo. Non esiste scissione tra corpo e mente e entrambe cooperano al fine del benessere individuale.
Tutte le ideologie sono volte a un vantaggio competitivo sociale e politico nel migliore dei casi. Le ideologie che abbiamo generalmente non sono nostre. Sono l’esito di una educazione che riceviamo in famiglia, a scuola, dalla società, anche in età avanzata.
Le idee sono il frutto di difese di interessi corporativi. Sono inculcate al fine di favorire gruppi di potere.
Noi umani possiamo adagiarci sulle idee ricevute o essere critici, pensarla in modo diverso, cambiare bandiera, ma sempre a seconda della nostra convenienza individuale.
Ma spesso questo aiuta ma non basta e ci sentiamo ancora depressi, infelici, insoddisfatti. Possiamo cambiare religione o partito politico ma non cambiare il nostro stato mentale.
La relatività delle idee: le idee, il modo di pensare è come un triangolo isoscele: ha come base una molteplicità di spunti, ideologie, condizionamenti educativi, ma come vertice uno solo: il vantaggio competitivo. Il nostro modo di pensare è sempre rivolto alla sopravvivenza di sé, della prole.
Ma a cosa serve una religione? Perché si sono affermate nelle diverse società umane? Quali vantaggi competitivi individuali e sociali danno? Proviamo a elencare.
Infine possono sollecitare e dare voce e sfogo alle parti non razionali del nostro essere, il senso di comunanza con il mondo, o per qualcuno con il divino, il sentimento, l’amore, l’istinto, l’inconscio, la paura, la gioia, tutto ciò che il materialismo e l’illuminismo ci hanno insegnato a negare, ma che pure esistono e sono alla base dei nostri comportamenti al pari della razionalità
Si può dire che la religione è “nei nostri geni” e può essere considerata come prodotto della selezione naturale? Alcuni biologi evolutivi credono di sì, perché l’esistenza di credenze religiose potrebbe procurare alcuni vantaggi agli individui o ai gruppi che le sostengono. Ciò non è però ancora stato completamente provato. Parrebbe più prudente ed empiricamente giustificato dire che la religione è con molta probabilità un sottoprodotto di vari sistemi mentali che sono il risultato dell’evoluzione per selezione naturale.
Esistono poi religioni che non prevedono un Dio (Buddismo) e altre che lo prevedono (Cristianesimo, Islamismo). A cosa serve un Dio? Quale il vantaggio competitivo di una religione teista?
Risposta alla domanda: servono le Religioni? Servono oggi?
Chiaro che la risposta è individuale perché ciascuno di noi dà una risposta conveniente al proprio sistema di pensiero che è funzionale, come abbiamo detto in premessa, al proprio vantaggio competitivo.
Ma oggi abbiamo problemi da risolvere, che toccano gli interessi collettivi. E allora sono sicuramente utili se portano le persone nella corretta via della salute della terra e dell’ambiente, della tolleranza, della libertà e della pace.